“Ettore Carozzo, antifascista, popolare, editore dei fuorusciti in Francia” è il titolo del libro scritto da Nicola Carozza (Edizioni Giacché) sulla figura dell’editore antifascista, che pubblicò e diede sostegno ad intellettuali fuorusciti perseguitati dal fascismo come Sturzo, Nitti, Sforza, Salvemini e molti altri.
Di questo spezzino di cui nella storiografia nazionale, da documenti e carteggi, si conosceva il nome, nessuno aveva ancora ricostruito l’interessante vicenda; «fu – come scrive l’on. Pierluigi Castagnetti nell’introduzione al libro – una delle più fulgide figure della militanza morale e politica contro il regime mussoliniano». L’autore ricostruisce nel libro «i tratti più significativi della sua biografia, inseriti nei vari contesti storici e geografici interessati e con riferimenti sistematici da ricercatore storico di rango qual è». Si restituisce così al dimenticato editore spezzino il posto che spetta nella storia dell’antifascismo.
Carozzo anche in Francia fu sempre e comunque tenuto sotto sorveglianza dal regime che, in uno dei dispacci ministeriali pubblicati nel libro lo ipotizza «affiliato a una setta terrorista di Parigi» e lo definisce «irriducibile disfattista» e «divulgatore all’estero di odio feroce contro il nostro Duce».
Ettore Celestino Carozzo, ci ricorda Castagnetti, «era più di un editore impegnato, era un antifascista intenzionalmente impegnato a pubblicare materiale critico e ostile al fascismo. Si doveva essere antifascisti, perché il fascismo era tutto il contrario di ciò che rappresenta la centralità della persona umana. Se si fosse stati complici, anche solo per sottovalutazione o per indifferenza, del fascismo, non ci sarebbe stato più alcun senso nell’impegno politico per i cattolici. La Chiesa tardava a capirlo, ma i cattolici impegnati in politica lo capirono subito. Dunque il loro antifascismo era per così dire profondamente cristiano e, allo stesso tempo, politico, ontologicamente politico».
Il libro, acquistabile in libreria e online, è patrocinato dall’Istituto Storico della Resistenza spezzino; è arricchito da fotografie di famiglia e documenti inediti che l’autore ha raccolto, e racconta la vita non certo facile del protagonista che, malgrado fosse un reduce decorato nella Grande Guerra, in cui aveva riportato gravi lesioni, dovette riparare in Francia sotto il fascismo.